Ristoranti a Roma
A Roma, ci sono migliaia di ristoranti, da quelli di cucina prettamente romana, a quelli regionali, che sono espressione della ricchezza del nostro patrimonio gastronomico, finanche ad una vastissima scelta di un mondo di sapori per noi più lontano. Non c’è curiosità che non possa essere soddisfatta. Accanto ad un’ampia offerta di cucina cinese e giapponese, trovate ristoranti indiani, persiani, russi, yankee, africani, messicani, colombiani e venezuelani, francesi, libanesi, marocchini, spagnoli, tedeschi, polacchi; e non sto ad elencarli tutti; vi potrete veramente sbizzarrire. Sono generalmente buoni perché frequentati dalle comunità di questi paesi che vivono e lavorano nella città Eterna; li individuate con una piccola ricerca sul web.
Ma siete venuti a Roma, e tanto vale mangiare romano per entrare nello spirito di questa città, che non si prende mai troppo sul serio; magica sì, ma anche spiritosa ed ironica. Eccovi dunque qualche consiglio perché possiate vivere al ritmo romano e fare scelte azzeccate.
La colazione al bar
La prima o seconda colazione si fa la mattina, fino alle 10.30, al bar, con cappuccino e cornetto o caffè, di corsa, al bancone. In tarda mattinata si passa al salato, con tramezzino, panini di ogni genere, il tutto accompagnato da succhi di frutta, centrifugati, oppure analcolici.
I bar sono aperti dalle 6.00 del mattino, mentre i ristoranti servono il pranzo dalle 13.00 alle 14.30; benché, vista la mole di stranieri, troverete facilmente nei locali turistici chi, davanti a scodelle grondanti di sugo, arrotola spaghetti in orari per noi inimmaginabili.
La cucina tradizionale
Conviene ordinare i piatti tradizionali, preparati con i prodotti della campagna romana. Come antipasto consiglio di scegliere il prosciutto locale (che sia di Amatrice, Tivoli, o Guarcino), che difficilmente avrete occasione di gustare altrove. Lo stesso dicasi per i formaggi; scegliete i prodotti locali che non sono commercializzati su vasta scala. Vi è, nel Lazio meridionale, una piccola produzione di ottima mozzarella di bufala, il cacio, detto anche provola, affumicato o non, è un formaggio di antichissima tradizione, lo facevano già i romani più di duemila anni fa, e poi ci sono i formaggi freschi come la ricotta romana di latte di mucca o di pecora, e qualche formaggio stagionato in grotta. Concedetevi il piacere dei fritti, serviti come antipasto, e non pensate alla linea, perché camminerete per ore e tutto quello che mangiate saranno calorie bruciate. A Roma si va a piedi!
Scegliete la pasta condita alla Carbonara, all’Amatriciana, Cacio e Pepe, alla Gricia, o alle vongole; ma, per gli amanti del genere, c’è anche la pagliata (servita in pochi ristoranti tipici). Mi raccomando chiedete sempre il pecorino romano da aggiungere alla pasta. Un vero ristorante romano propone il giovedì gnocchi e sabato trippa.
Pesce, Carne e Verdure
I romani amano il pesce, da sempre; ricercato per ogni banchetto degno di esser ricordato, già ai tempi dei Cesari, ed apprezzato anche in seguito, tanto che il cuoco dei papi del Rinascimento, Bartolomeo Scappi, gli dedicò quasi un intero volume delle sue ricette. È vero, al tempo c’era anche il pesce di fiume, quello del Tevere, e quello dei laghi che circondano Roma; ma sono solo ricordi del passato! Oggi arriva in buona parte, per via aerea, al grande mercato ittico di Guidonia.
Se preferite la carne, sappiate che sono tipiche le scaloppine, i saltimbocca, le costolette d’abbacchio e gli involtini.
Le verdure sono particolarmente buone: puntarelle, cicoria, agretti, spinaci, broccoletti, e i famosi carciofi, che, fino a due secoli fa, venivano coltivati persino sul colle Palatino, la residenza degli imperatori romani, per intenderci. I carciofi possono essere cucinati, sia alla romana, che alla giudia (come si dice in romanesco), ed in questo caso sono fritti, e potrete gustare nei ristoranti dell’antico ghetto ebraico, tra il Tevere e il Campidoglio. Ovviamente le verdure devono essere quelle di stagione, non pretendete una porzione di asparagi selvaggi a Natale o il carciofo romanesco in estate.
E per il dessert?
Tra i dolci oggi più diffusi segnalo il tiramisù; ma consiglio però di terminare il pasto con la frutta, scegliendo sempre quella di produzione locale. Ogni stagione ha le sue varietà e i suoi profumi: kiwi, meloni, cocomeri, mele, fragole e fragoline di Nemi, pesche tra cui le deliziose tabacchiera, albicocche, susine, e le famose ciliegie che furono piantate per la prima volta in Europa proprio a Roma, da Lucullo nel giardino della sua villa, duemila anni fa.
Concedetevi una sosta in gelateria; un gelato al giorno, e sarete felici a condizione che scegliate una gelateria artigianale.
Le gelaterie più famose a livello internazionale sono Giolitti (via del Vicario, 40 – accanto al Parlamento) e Fassi (via Principe Eugenio, 65); ma ne trovate un po’ ovunque in centro. Di tanto in tanto, optate per una granita (quella di Giolitti è la migliore) fatta di sola frutta fresca, senza latte; è proprio quello di cui abbiamo bisogno nelle calde giornate estive.
Al giorno d’oggi, grazie ad internet potete verificare i commenti lasciati dai clienti per ogni ristorante, e questo vi può senz’altro aiutare; tuttavia mi fido molto di più del giudizio degli esperti, e controllo sempre se il locale è stato valutato dal Gambero Rosso o dalla Guida Michelin.